Quando il codice a barre non c’è…
I francobolli con codice a barre sono diventati da tempo oggetto di collezione e di interesse da parte di tanti collezionisti. Alcuni di loro sono alla continua ricerca di rarità, di quell’angolo di foglio con quel piccolo codice a barre laterale.
Tale interesse si è diffuso anche tra i mercati e i siti di aste online dove alcuni francobolli con codice a barre sono diventate delle vere e proprie rarità con prezzi di vendita anche di alcune centinaia di euro.
L’introduzione degli stessi si è resa necessaria nell’ottica di automatizzazione dei sistemi di contabilità dei valori disponibili. Con un lettore ottico, il personale dell’ufficio postale può conoscere in poco tempo le quantità di fogli ancora in magazzino.
Ma cosa succede se l’ufficio postale vende tutti i codici a barre che identificano quella determinata emissione?
Si ritorna alla vecchia e cara carta e penna. Una volta venduto l’ultimo esemplare “codificato”, l’addetto alla vendita dei francobolli è costretto a riportare sul foglio il codice numerico identificativo dell’emissione.
Mi è capitato di essere alla ricerca del famoso €0,20 con codice a barre: quasi trovato!
Ultimo foglio disponibile, sembra intero ma in realtà mancano solo i 2 francobolli in alto sulla sinistra: codice a barre già venduto!
Così decido di prendere una normalissima quartina laterale, noto subito che c’è una scritta sulla parte bianca…cosa sarà?
Beh, il codice a barre originale non c’è ma è stato riportato a penna sul bordo del foglio.
Un metodo sicuramente immediato ed efficace per ricordarsi del codice di un foglio con l’originale già venduto!
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