Collezionisti a rischio di propaganda fascista
Soltanto alcuni mesi fa era piombato sul mondo del collezionismo filatelico il rischio di dover rinunciare al possesso di corrispondenza avvenuta tra un privato e un ente pubblico perché materiale di proprietà dello Stato. Ora, con il progetto di legge proposto da Emanuele Fiano del Partito Democratico, le nuvole nere tornano ad addensarsi sui collezionisti che questa volta posseggono, vendono e scambiano pezzi del periodo nazi-fascista.
Il cosiddetto ddl Fiano si propone di introdurre nel Codice Penale italiano il reato di propaganda fascista prevedendo la reclusione da 6 mesi a 2 anni per chi dovesse essere colto in flagrante. Misure che saranno ancora più dure se la propaganda fascista dovesse avvenire sul web anche per mezzo di diffusione di immagini e simboli legati al partito fascista. In particolare, l’articolo 293-bis punisce chi è colto “nella propaganda di immagini o contenuti propri del Partito fascista o del Partito nazionalsocialista tedesco ovvero delle relative ideologie, anche solo mediante la produzione, distribuzione, diffusione o vendita di beni che raffigurino persone, immagini o simboli chiaramente riferiti a tali partiti o ideologie; nel richiamare pubblicamente la simbologia o la gestualità del Partito fascista o del Partito nazionalsocialista tedesco ovvero delle relative ideologie. Costituisce aggravante del delitto (aumento di un terzo della pena) la propaganda del regime fascista e nazifascista commessa attraverso strumenti telematici o informatici. L’aggravante riguarda quindi sia i siti internet con contenuti di propaganda delle ideologie fasciste e nazifasciste sia il merchandising online dei gadgets e degli altri beni chiaramente riferiti”.
Un provvedimento così ampio che colpirebbe anche le vignette dei francobolli emessi durante il periodo nazi-fascista che, come ben sappiamo, furono utilizzati quale mezzo di comunicazione di massa e propaganda politica. Ritratti in primo piano di Mussolini, stilizzazione del fascio, motti e citazioni del Duce compaiono in maniera sistematica su centinaia di francobolli, cartoline e buste postali di quegli anni. Oggetti oggi ricercati e collezionati da tantissimi filatelici che si troverebbero potenzialmente in una posizione con rilevanza penale.
Ma i soggetti colpiti non si limiterebbe ai soli collezionisti. Portali web come eBay e Delcampe raccolgono oggi
migliaia di annunci e immagini degli oggetti proposti da venditori e collezionisti. Tali siti potrebbero essere citati in giudizio qualora non dovessero rimuovere immediatamente l’immagine del francobollo ritraente Benito Mussolini o la cartolina contenente uno dei motti della propaganda fascista. Impatti economici non trascurabili anche per gli esperti di settore che difficilmente potranno includere nelle proprie pubblicazioni, cataloghi d’asta o listini pezzi di quegli anni.
Già nel 2010 ci eravamo occupati di come Delcampe non mostrasse gli annunci pubblicati digitando i nomi di “Mussolini” o “Hitler” nel motore di ricerca. Nessun filtro era stato invece riscontrato nel caso l’utente ricercasse i nomi di altri dittatori del secolo scorso come Stalin o Mao Tse Tung.
Grande fermento ha suscitato la proposta di legge di Emanuele Fiano anche nel mondo politico: decisamente contrari alla proposta il Movimento 5 Stelle e Lega Nord che l’hanno giudicata incostituzionale e “demenziale”; favorevole invece il Partito Democratico che la ritiene doverosa per aggiornare la legge Scelba scritta 65 anni fa che non poteva prevedere i mezzi di comunicazione oggi disponibili con l’avvento di internet.
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